Estel...
Quella città era folle!
Un caos completo, un insieme di forze e di equilibri precari che si reggevano a stento l'uno sull'altro e sembrava tutto sull'orlo di esplodere da un momento all'altro, in qualche modo però la città sembrava arrivare sempre a vedere il tramonto, le strade si calmavano, il caos si sedava e la notte riportava la calma e la quiete.
Con l'alba il caos ricominciava da capo e non sapevi mai se avresti rivisto il prossimo tramonto.
Questa era la Città-Fortezza.
Questi equilibri era tanto fragili quanto mutevoli e nonostante ciò la città andava avanti, 4 casate, 4 diversi fuochi che ardevano e che cercavano di splendere più degli altri, oltre questi chissà quanti altri gruppi o ordini erano nascosti tra le vie, i pozzi e le ombre di quel caos. Ai bordi come topi, divorando le briciole di un banchetto enorme, aspettando che uno dei commensali si strozzasse per divorare il suo corpo e prenderne il posto.
Questa era Estel.
Il nano non comprendeva fino in fondo questa società, troppo fluida e dinamica, i giochi di potere che ad Estel si svolgevano in una notte avrebbero impiegato un anno per svolgersi in una roccaforte nanica.
Lognar non capiva tutta quella fretta, tutto quel desiderio di cambiare, di muoversi, di correre.
Non poteva capirlo, il 70% degli uomini non arrivava nemmeno all'età che lui aveva, e per un nano era considerato appena adulto.
La mente e la psiche umana si muovevano troppo veloci, i nani erano più lenti, lenti ad odiare, lentissimi a perdonare, lenti a dimenticare, lenti a decidere.
Decidere... Decisioni.
Ecco la parola magica, quella che quel giorno smuoveva Lognar... Decisione.
Da quando era giunto alla città fortezza il nano aveva capito, grazie all'aiuto di uno strano costrutto, che per sopravvivere in quella strana città aveva bisogno di un Clan, o Casata, come venivano chiamate in quel luogo, in effetti era un po che era in città e si era reso conto che uno come lui, palesemente fuori posto, aveva discrete difficoltà ad integrarsi, entrare in una Organizzazione riconosciuta non poteva che essere il passo più logico da seguire.
Ora la nota dolente, le casate ad Estel erano strane, non erano famiglie, non erano gilde, si sà solo quello che non sono.
Ognuna si definisce in maniera diversa, ha scopi diversi, idee diverse, strutture diverse, l'unica cosa chiara era che non potevi fare parte di più di una casata, e che la scelta era un qualcosa di quanto pareva abbastanza definitivo.
Quindi c'erano i Von Liebewitz, un nome fin troppo simile a quello della gustosa salsiccia di capra tipica della cucina nanica, questi salsiccioni erano l'autoproclamato esercito della salvezza della città, guidati da un paladino e dai servi di Aleena della spada Bianca. Maledetti gli dei e i loro gustosi servi salsicciosi.
Von Wurstel quindi esclusi.
I Von Kramer, questa se possibile era la più caotica delle 4 casate, se mai era possibile, guidata da un "Conte" si consideravano una specie di famiglia di Esuli. Come il 98% delle persone ad Estel. E poi basta, aveva poche informazioni su di loro ma quel poco che aveva gli bastava per bollarli come dei caciaroni e non voleva averci nulla a che fare.
Von Kasinari bocciati.
I Von Seamond, la casata di Kx2, un costrutto, che aveva accennato qualcosa a riguardo la difesa del tempo e al culto del dio Khrono...
Von Orologiai via!!
Rimanevano gli Elessedil, che per lo meno non erano Von qualcosa e su cui Lognar aveva ben poche informazioni, sapeva che erano dei maghi, guidati da un consiglio e che erano strutturati come una specie di accademia di studio, o per lo meno lo erano un tempo.
Raccogliere maggiori informazioni su questi Elessedil era proprio quello che Lognar stava facendo quel giorno, i maghi avevano proclamato che avrebbero reso un pubblico ed importante annuncio a tutta la città e siccome non era stato ancora in grado di parlare con nessuno dei membri della casata quello gli sembrava il momento migliore per capire quali fossero i loro obbiettivi e magari prendere i primi contatti con qualcuno di interno.
Lognar era tra la folla, era riuscito ad arrivare abbastanza avanti ed osservava quella donna arringare la folla.
Per l'occasione era disarmato, come sempre, indossava una tunica senza maniche, molto simile a quella che indossava quando era un sacerdote di Valyn, non certo per portare rispetto alla dea, quella p秧°é°, però col tempo ci si era abituato, gli piacevano, erano comodi e se doveva presentarsi ad un gruppo di maghi facevano di sicuro più effetto della sua solita giacca di pelle logora.
Comunque il discorso della Tessitrice Arcana, Juno, per ora gli piaceva, la città aveva di sicuro bisogno di essere presa per le corna come una capra irruenta e guidata con mano ferma verso pascoli più sicuri e la nascita di un nuovo ordine per la sicurezza interna della città non poteva che essere la soluzione più naturale.
Lognar si sfregò le mani mentre ascoltava interessato, oramai era curioso, voleva sapere.
Di che ordine si parlava?