Estratto da
LA PROVVIDENZA - BREVIARIO DEI LUOGHI SACRI DI VALAEL
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Del Colle dei Templi abbiamo già parlato lungamente, di come era e di come è divenuto dopo l'arrivo delle genti di Celentir. Ma c'è un altro luogo di cui ancora non si è parlato e che in molti non conoscono, o fingono di non conoscere. Questo è il Cimitero dei Mai-Nati, un nome che non forse non rende pienamente giustizia al luogo di cui parlo; esso si trova all'interno del cimitero di Estel, posto proprio alle spalle del Colle dei Templi. All'interno di quello spazio, recintato da una inferriata d'acciaio livido come la pece, scendendo il clivo oltre le tombe senza nome, le piccole cappelle in marmo e le lapidi più o meno antiche, si raggiunge quello che un tempo era considerato un terreno sconsacrato, e pertanto adibito a luogo di sepoltura di coloro che sono morti lontani dalla grazia degli Dei. Nel corso delle mie ricerche, tuttavia, ho avuto modo di raccogliere parecchie storie riguardo ciò che questo luogo ha ospitato nel corso del tempo, ben prima che Estel venisse colonizzata - per così dire. Ad esempio, alcune vecchie cronache narrano di una terribile sventura...
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Un rumore sinistro sorprese l'uomo proprio mentre stava per accingersi a scrivere il continuo di quel paragrafo sui cimiteri di Estel la cui preparazione, tra ricerche effettuate sui libri e accertamenti sul campo, aveva richiesto più tempo e notti insonni di quanto avesse pronosticato.
Posò la piuma d'oca accanto al calamaio, quindi si alzò in piedi - accompagnato dallo stridere della sedia contro il pavimento -
e raggiunse la finestra in punta di piedi. Fuori, più che piovere, diluviava. Ascoltò lo scrosciare dell'acqua contro la finestra, osservando le gocce che colavano lungo il vetro e si stupì della pozza d'acqua ai suoi piedi. Da dove era entrata? Possibile che gli infissi potessero far filtrare tanta pioggia senza che lui se ne accorgesse?
Non fece in tempo a darsi una risposta, la sua attenzione venne focalizzata interamente in un bagliore che arrivava da distante, una luce intermittente che sembrava provenire da una delle alture della cittadella, forse proprio dal Colle dei Templi.
La sua mano destra scivolò fra le pieghe del caffettano azzurro che indossava, aggrappandosi all'amuleto che portava in tasca e accarezzandone i bordi d'onice e il bassorilievo che, come in un cameo, riproduceva le fattezze di Aleena.
Sorrise della sua stessa superstizione, probabilmente non era nulla di importante, magari un fuoco o una luce di segnalazione.
Sotto quella pioggia - e con quel vento?
Di nuovo, non riuscì a rispondere.
Un picchettare sommesso, come un ciottolo che sbattesse ripetutamente - quasi senza forza - contro il vetro.
Abbassò lo sguardo, poi lo sollevò di nuovo, senza vedere nulla, se non il solito bagliore intermittente. Infine, lo vide: un arto bendato, una mano chiusa in un pugno che veniva verso di lui.
Il vetro andò in frantumi, in gran parte rovinandogli addosso. Shokav, però, quasi non se ne avvide, preoccupato com'era della mano che gli stringeva il collo con tanta forza da riuscire a sollevarlo da terra. Una mano insanguinata, avvolta da bendaggi che risalivano per tutto il braccio, fino a perdersi sotto le vesti che coprivano il suo assalitore, sospeso fuori dalla finestra del secondo piano della taverna.
Osservò le bende, sporche di sangue rappreso e pus. Osservò il volto deforme che gli stava davanti,
la pelle tumefatta delle guance, il naso quasi del tutto mancante. Osservò gli occhi, grandi e gialli, simili a quelli di un serpente.
« Chi sei? C-cosa... Vuoi da me? » osò domandare.
« Sono venuto a prenderti. »
Poi non vide più nulla.
Solo l'oscurità.
●
Era di notte e di ghiaccio, freddo di tormenta e pioggia battente, acqua ovunque e vento che fischiava nelle orecchie le più sordide minacce. Era di notte, i colori erano il nero delle tenebre che sfidava a mani nude la falce d'argento della luna, una lotta impari che presto avrebbe assistito i primi caduti. Era di notte, e tutto tornava in uno scenario perfetto per quella notte, per quella pioggia, per quei colori: uno scenografo divino, il demiurgo dell'epos li aveva radunati lì, nel cimitero della cittadella, durante una notte d'inverno fra la pioggia e il dolore dei caduti nell'ultimo dei cimiteri - in mezzo a quei fantasmi che erano gli ultimi tra gli ultimi, indesiderati persino tra gli spiriti dolenti di quella terra: i fantasmi dei mai nati, nel cimitero che nessuno aveva mai avuto intenzione di dedicare loro, ma che loro si erano presi,
minacciando e irridendo chiunque avesse provato a spodestarli - e così faranno per tutti i secoli dei secoli.
Qualcuno sussurrò un Amen, ma tutti fecero finta di nulla.
Erano nove, ognuno sgusciò fuori da dietro una lapide, ognuno agghindato secondo il proprio credo, la propria cultura, gli usi della propria razza. Erano nove e perfino gli spettri si pentirono di essere nati... pardon, di essere morti proprio lì, seppelliti dove ora si compiva il raduno di coloro che erano temuti dalla Paura, esseri di cui aveva orrore perfino l'Orrore stesso. Personificazioni degli incubi che uscivano da sotto i comodi e caldi giacigli per ghermire i fanciulli e trascinarli, strepitanti e ancora intontiti dal sonno, nel regno del buio da cui non sarebbero mai riusciti a fuggire, tramutati in nient'altro che piccoli, deformi abiezioni, dimentiche di ciò che erano stati da vivi, ma non per questo meno attaccati all'idea di un ritorno impossibile. Una sofferenza inenarrabile ed eterna.
Erano nove e tutti si strinsero intorno all'altare, recitando ad una voce
le parole che avrebbero dato vita al concilio.
« Vocare Pulvere. »
Era di notte ed erano nove.
I Savi di Nemrod.
Benvenuto al tuo esame per l'Energia Verde. Non voglio essere ridondante rispetto al tuo addestramento iniziale,
quindi eviterò di riproporti in questa sede tutti i consigli che ti sono stati dati all'inizio di quella giocata. Se ne hai necessità,
puoi sempre andare a recuperarli. I consigli che personalmente sono in grado di darti, sono i seguenti: impegnati, non avere fretta e rileggi sempre prima di postare. Per il resto, ricorda che è un esame, quindi dai il meglio - e soprattutto divertiti.
Passiamo alle indicazioni: la scena che apre il post è un flashback. Quella descritta nella seconda parte del post, invece,
è quanto sta accadendo nel cimitero dei Mai-Nati proprio in questo momento. Nello stesso istante, il tuo personaggio si trova all'interno del Cimitero di Estel (di cui il Cimitero dei Mai-Nati fa parte, almeno nominalmente). Sei troppo distante per assistere a quanto descritto, ovvero alla riunione dei Nove. Tuttavia, in questo primo turno potrai descrivere come e perché il tuo personaggio ha deciso di recarsi al cimitero: hai la massima libertà a riguardo, ma se dovessi avere delle perplessità,
puoi sempre contattarmi in privato.
Unica reale indicazione, per ora: sei dentro al cimitero, descrivi perché sei lì, presenta il tuo personaggio.