L' Armata del Drago ~ Rpg by Forum

And the hope of morning makes me worth the fight

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view post Posted on 1/12/2017, 23:49

The unseen kitten is the deadliest

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Era viva, quindi. In qualche modo ce l'aveva fatta. Tra tutte le situazioni in cui si era volontariamente messa in pericolo, quella era sicuramente stata l'unica in cui aveva davvero pensato di morire. E in effetti lo era stata, ad un passo dalla morte. Ancora non riusciva a crederci. Sentiva ancora le calde lacrime che le avevano bagnato le guancie. In tutto il viaggio di ritorno dalla miniera a Estel aveva vissuto quel momento ancora e ancora, cento e mille volte. Sembrava essere stato un sogno, ma era successo davvero e il fuoco che sentiva sul braccio e sulla spalla lo testimoniavano.
Pensò che, forse, gli dei avevano avuto pietà della sua povera anima martoriata dalla sofferenza. Puah, stronzate. Più semplicemente, decise, aveva avuto una fortuna allucinante.

La cacciatrice si teneva in piedi per pura forza di volontà. L'insofferente - per quanto utile - Incubo di Alistair o qualsiasi diavoleria fosse aveva depositato lei e Athkore alle porte della città, per poi tornarsene da qualunque posto fosse venuto.
La fronte madida di sudore a causa dello sforzo, Rania poggiò una mano sulla spalla del compagno, sorridendogli debolmente.
- Ti ringrazio, me la cavo da sola da qui in poi.
Si trascinò rasente il muro verso il portone, il passo lento e pesante. Ogni movimento era causa di dolore e sofferenza, così come lo era il pensiero di essere stata tanto stupida da decidere di affrontare un drago all'interno di una caverna.
- A meno che tu non voglia seguirmi in ospedale. La tua ala non è messa granché bene.
Detto questo si avviò, barcollante, un passo alla volta.

Ricordava bene l'ospedale del Rione Sud della città di Estel dalla sua ultima visita dopo la scampagnata nelle terre selvagge, quindi raggiungerlo non fu difficile. Si trascinò fino al bancone della reception, dove, vinta dallo sforzo, si lasciò cadere di peso, aggrappandosi ad esso con il braccio ancora integro, poggiando la testa di lato su di esso.
- Heyyyyy - si annunciò all'uomo/donna/cosa dietro il bancone, lo sguardo fin troppo rilassato considerato che stava letteralmente gocciolando sangue sul posto dal braccio che le penzolava lungo il fianco, lì dove le unghie del drago erano affondate fino ai muscoli.
- Forse vi ricorderete di me. Sono quella che l'altra volta si è presentata con due frecce nel braccio - disse. - Ed eccomi qui di nuovo, dopo essere stata calpestata da un drago.
Fece una pausa.
- Non riesco a vederla da questa posizione ma sento che mi sta giudicando. Per essere chiara, non c'entra nessuna strana pratica sessuale, in questa faccenda. Il drago voleva uccidermi, e non eravamo di certo in camera da letto.
Sbuffò. Ovvio che il/la signore/signora alla reception non stava pensando qualcosa di tanto assurdo. Anche perché, suvvia, come fa a entrarci un drago in una camera da letto. Ma, sai, con i tempi che corrono... sempre meglio precisare, che non si sa mai.
- Comunque, credo di avere qualcosa di rotto. Più di qualcosa, in effetti. Quindi, se non è di troppo disturbo...



Poteri Speciali:

Resistenza al dolore: Gli esperimenti subiti hanno reso il corpo di Rania particolarmente resistente al dolore. Un effetto collaterale non previsto che però si rivela esserle utile in certe circostanze, a patto che stia attenta a non ignorare la gravità delle sue ferite.
Il dolore da ferite leggere può essere praticamente ignorato, quello da ferita media risulta più sopportabile. [Passiva]

~

Stato Fisico: Braccio e spalla destri rotti, braccio destro con profonde ferito da taglio, costole incrinate, fianco ferito e schiacciato
Mana [Medio]: 30%


Se athkore vuole unirsi ho lasciato un piccolo spunto anche per lui xD
 
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view post Posted on 2/12/2017, 17:01
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Kx2 stava controllando l'equipaggiamento dell'ospedale e facendo le pulizie, quando entrò la cacciatrice di taglie rimase parecchio stupito, vide il tipo di ferite che aveva la persona le indicò il lettino dell'ospedalenella sala affianco:
- Fino a quando non avremo un nuovo dottore, io sono responsabile di questo posto, inoltre dubito che qualcuno saprebbe usare queste strumentazioni, qui tutti pensano che la magia sia l'unica soluzione, in realtà questa tecnologia può fare miracoli, prego si stenda sul lettino.-
Notando che il paziente era parecchio mal ridotto, Kx2 prese una barella mobile e ci adagiò il corpo martoriato, la situazione era parecchio brutta, quindi non perse tempo e la portò direttamente nella sala successiva, questa era sofisticata computer, sistemi integrati per la diagnosi e la scansione, una vera meraviglia della tecnologia, il tutto compatto. Kx2 pose il corpo su uno lettini, procedette a spogliare il paziente e applicò vari bracciali collegati a fili e macchine, pratico una serie di controlli pre operatori, poi predispose l'occorrente per le ricuciture, la sistemazione delle ossa e altre cosette. Iniziò cercando di capire come sostituire il sangue del paziente. In quel posto dimenticato dalla tecnologia, il sangue non era più conservato per questo genere di emergenze, avere del sangue fresco era un impresa titanica, come fare? Si ricordò allora che in realtà un modo esisteva, particolarmente rischioso. Prelevò un pò di sangue alla paziente, lo inserì dentro una centrifuga da laboratorio per ottenere la separazione e quindi le cellule staminali per produrre un surrogato, utilizzando cellule staminali ematopoietiche – cioè le cellule staminali che originano tutte le cellule del sangue – isolandole e utilizzandole in laboratorio per farle differenziare e moltiplicare in globuli rossi. Le cellule, circa 10 miliardi (l’equivalente di 2 millilitri di sangue), vennero poi iniettate nel paziente, senza che si verificassero effetti collaterali o altri imprevisti. Kx2 fece un sorrisetto molto soddisfatto. Tecnologia 1- Magia 0. Il problema sangue era risolto, ora rimaneva alimentare i macchinari. Il cyborg recuperò una serie di cavi elettrici e collegandoli alle varie strumentazioni ottenne un ponte per recuperare l'elettricità da un altra fonte, dato che non aveva ancora un modo per produrne autonomamente. Si sedette al computer, collegò i cavi ad un variatore elettrico e aprì un vano dal proprio petto collegando il tutto al suo reattore principale da cui prese la corrente per far funzionare tutto. Utilizzando la propria energia avviò tutti i sistemi e iniziò a far girare i sistemi. Braccia robotiche uscirono dal soffitto mobile per iniziare a sistemare il paziente. Uno dei bracci si avvicinò a Kx2, questo dotato di una siringa venne caricata con una fiala di un liquido ottenuto dalla mandragora, un altro dallo stramonio, avrebbero calmato gli spasmi, alleviato il dolore, e se fosse servito, avrebbe somministrato un liquido ottenuto dal papavero da oppio, difficile da procurare ma ottimo, se preso in quantità limitate.
Le braccia cominciarono ad operare solo dopo che il paziente fu messo a dormire profondamente, ogni suo parametro controllato dai macchinari. Le braccia meccaniche cominciarono aprendo le ferite e risaldando le ossa con viti e lastre di metallo, ricucendo i muscoli, sistemando al meglio costole e spalla. Alla fine la poveretta avrebbe avuto molto metallo addosso. Kx2 controllava tramite gli schermi del computer l'operazione, ogni tot tempo rilasciava un pò dell'energia che lo alimentava per dare alle macchine tutta l'elettricità di cui avevano bisogno. Dopo un paio d'ore spostò il lettino in una camera iperbarica per evitare eventuali infezioni e altri problemi post operatori. Per evitare che la paziente si muovesse troppo era stata bloccata al letto mentre le parti rotte, dopo essere state riparate vennero sollevate e tenute sospese, tranne le costole che invece erano pressate da una camicia particolare fatta di metallo che avrebbe cercato di reggere il peso in caso di movimento. Per eventuali dolori era stato posta una flebo di soluzione estratta dal papavero da oppio. SPerava che si sarebbe ripresa presto, comunque era controllata.
 
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view post Posted on 4/12/2017, 23:13

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Sogno

Gli bloccò il braccio con un gesto rapido della mano, con una forza che neanche lei pensava di avere considerato com'era malridotta. Era stato un riflesso incondizionato, il braccio si era mosso da solo appena il cyborg l'aveva toccata.
- Domando scusa, è che... - cercò di spiegarsi, la voce flebile. Mettersi a nudo, quella non era una cosa che amava molto fare. Lasciare che gli altri vedessero cosa si celava sotto quei vestiti, che si era sempre premurata bene che coprissero quasi ogni centimetro del suo corpo. Senza contare il ricordo che essere sdraiata su un tavolo operatorio evocava, così come l'odore di medicinali e disinfettante. Sospirò.
- Procediamo - disse senza aggiungere altro.
Comunque, è solo una macchina.
Lasciò che l'automa le togliesse i vestiti, e che vedesse le cicatrici che segnavano il suo corpo. Rimase in religioso silenzio quando iniziò a collegarla a macchinari (di cui ovviamente ignorava il funzionamento), così come durante la procedura di trasfusione del sangue, fino all'anestesia. Il corpo iniziò a intorpidirsi e chiuse lentamente gli occhi fino ad addormentarsi.

L'odore del tè e delle bucce di arancia l'aveva svegliata da un sonno profondo che sembrava essere durato una vita. Nel silenzio delle prime luci dell'alba, ancora avvolta dal calore delle coperte, aveva aperto gli occhi e seguito quel profumo fino a volgere lo sguardo sul comodino, dove il vassoio con la colazione si trovava, puntuale come ogni mattina.
Doveva aver fatto un movimento troppo brusco, perché Yumi si era svegliata. Si girò verso di lei e la osservò stropicciarsi gli occhi e mettersi a sedere sulla testiera del letto.
- È già ora di alzarsi?
- Puoi stare ancora un po' a letto con me, se vuoi.
Aveva sorriso e si era ributtata sotto le coperte, stringendosi a lei.
- Manca ancora molto perché nasca il bambino? - aveva domandato dopo un po'.
La donna accarezzò il pancione, sopra le coperte. - No, tesoro. Solo un pochino.
- E avrò una sorellina?
- O un fratellino.
Fuori dalla finestra la neve, leggera, cadeva da giorni, e aveva avvolto ogni cosa nel silenzio e nel gelo. Rania strinse ancora più a sè il corpicino della piccola tra le sue braccia. Chiuse gli occhi. Sentirsi avvolgere dal suo calore in una fredda mattina come quella era quanto di più piacevole potesse desiderare. Non c'era altro posto al mondo in cui avrebbe voluto essere.


Riaperti nuovamente gli occhi, scoprì che aveva il corpo completamente bloccato. Sul momento cadde nel panico, non riuscendo a spiegare dove si trovasse. Poi, pian piano i ricordi di quello che era successo le tornarono alla mente. Concluse che dovevano averla immobilizzata per una buona ragione.
Sentiva gli occhi e le guance umidi di lacrime. Era distesa sulla schiena, gli occhi rivolti al soffitto. Sorrise. Per un attimo, le era balenato nella testa un pensiero: era dispiaciuta di essersi svegliata.
Era solo uno stupido sogno.
Spostò lo sguardo verso la flebo che aveva attaccata al braccio. Dal momento che sentiva il corpo intorpidito, dovevano essere antidolorifici. Probabilmente avrebbe dovuto fare presente che non ce n'era granché bisogno, non per una come lei.
Si guardò intorno, realizzando che si trovava dentro un qualche macchinario che non aveva mai visto prima. Da sola.
Quanto tempo è passato... ?
- C'è nessuno? - esclamò, sperando che qualcuno potesse sentirla.


Poteri Speciali:

Resistenza al dolore: Gli esperimenti subiti hanno reso il corpo di Rania particolarmente resistente al dolore. Un effetto collaterale non previsto che però si rivela esserle utile in certe circostanze, a patto che stia attenta a non ignorare la gravità delle sue ferite.
Il dolore da ferite leggere può essere praticamente ignorato, quello da ferita media risulta più sopportabile. [Passiva]

Stato Fisico: Stato di intorpidimento e intontimento generale, in assenza degli anestetici il dolore si limiterebbe probabilmente ad un semplice fastidio.
Mana [Medio]: 100%
 
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view post Posted on 5/12/2017, 12:32
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Kx2 si mosse dalla sedia davanti al computer per andare a vedere lo stato di guarigione della paziente, quando questa pronunciò le sue prime parole il cyborg premette un pulsante del macchinario per attivare il microfono interno:
- Si, tranquilla, ci vorranno ancora qualche ora, poi potrai uscire dalla camera iperbarica, serve ad evitare possibili infezioni, l'operazione è andata bene, tranquilla.-
Kx2 si avvicinò al vetro con i cavi elettrici che ancora spuntavano dal suo corpo metallico, controllava ora una lunga lista di comandi sullo strumento e aumentò la quantità di ossigeno interna per accellerare il processo:
- Purtroppo non ci sono chierici guaritori in ospedale ho dovuto fare tutto da solo, per fortuna il mio ex capo casata ha fornito l'ospedale di questo sistema di cura, a breve potrai uscire..-
 
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view post Posted on 5/12/2017, 13:57

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Attese qualche istante, poi una voce le rispose dall'alto.
- Si, tranquilla, ci vorrà ancora qualche ora, poi potrai uscire dalla camera iperbarica, serve ad evitare possibili infezioni, l'operazione è andata bene, tranquilla.
Quindi era a questo che serviva quella macchina. Beh, dal momento che ne sapeva assolutamente zero di quel genere di diavolerie decise di non fare domande in merito. Comunque, quello che le importava sapere, il cyborg glielo aveva detto: sarebbe potuta uscire fra qualche ora.
- Purtroppo non ci sono chierici guaritori in ospedale ho dovuto fare tutto da solo, per fortuna il mio ex capo casata ha fornito l'ospedale di questo sistema di cura, a breve potrai uscire - aggiunse poi il cyborg.
- Bene - rispose Rania. Fece una pausa per schiarire la voce, aveva la gola piuttosto secca. - Va benissimo! Cercherò di ignorare questa leggera, spiacevole sensazione di costrizione mista a claustrofobia!
Rise nervosamente, poi trasse un respiro profondo per riacquistare la calma. Non restava che aspettare.
 
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view post Posted on 5/12/2017, 14:08
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Dopo circa qualche ora, Kx2 aprì il sistema che connetteva la camera al resto dell'attrezzatura, si tolse i tubi facendo stoppare l'afflusso di energia e aiutò a uscire la ragazza dalla camera. L'accompagnò fino alla sala d'aspetto dove le offrì un the caldo e qualche biscotto, poi prese una bustina con delle pasticche:
- Queste sono da prendere per un paio di giorni, le daranno modo di far accellerare la guarigione, anche se per un paio di giorni io eviterei inutili sforzi. Se ha bisogno mi troverà in officina, se vuole altre cure mi contatti e provvederò a fare quello che posso.-
 
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Quando finalmente uscì dalla macchina, a Rania sembrò che avesse passato un'eternità lì dentro. I suoi vestiti, soprattutto il mantello, erano ridotti ad uno straccio. Tra strappi e macchie di sangue, difficilmente avrebbe potuto riutilizzarli. Li indossò comunque, li avrebbe cambiati una volta tornata alla locanda. Per quanto riguardava il mantello, l'avrebbe rattoppato a dovere, come faceva sempre. O, forse, era arrivato il tempo di comprarne uno nuovo...
Ci avrebbe pensato.
Il cyborg la accompagnò fino alla sala d'aspetto, dove le servì del tè caldo e dei biscotti. Le porse una bustina con delle pasticche all'interno che la donna afferrò con una mano.
- Queste sono da prendere per un paio di giorni, le daranno modo di far accellerare la guarigione, anche se per un paio di giorni io eviterei inutili sforzi. Se ha bisogno mi troverà in officina, se vuole altre cure mi contatti e provvederò a fare quello che posso - le spiegò.
Rania annuì. - La ringrazio di tutto, seguirò il suo consiglio ed eviterò di mettermi nei guai, almeno per un po'.
Se non altro, il lavoro appena portato a termine per i Von Liebewitz le aveva fatto guadagnare un bel gruzzoletto. Con quelli avrebbe potuto stare a riposo per qualche tempo.
Poggiò la tazza di tè vuota sul tavolino della sala d'aspetto e, alzatasi, accennò un'inchino abbassando leggermente la testa.
- A buon rendere. Mi ricordi di offrirle un bel boccale di birra, se ce ne sarà l'occasione.
Si poggiò il mantello sulle spalle e si diresse all'uscita dell'ospedale. Fuori l'aria era gelida ma respirare aria fresca dopo tutto quel tempo passato in quella macchina la fece stare meglio. Si massaggiò la spalla, poi, con un po' di fatica, piegò ed estese il braccio un paio di volte di fronte a sè.
Mh, già, meglio decisamente seguire il consiglio del samurai d'acciaio.
Incrociò le braccia, lo sguardo pensieroso.
- Ora che ci penso gli ho offerto da bere, ma è una macchina, mi domando se... - disse fra sè e sè. - Beh, in quel caso, spero non si sia offeso.
 
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