Freedom. Forever.
- Group:
- Von Kramer
- Posts:
- 35,773
- Status:
| |
| Un tocco leggero e poi... Il silenzio avvolse Kroll, accogliendolo in un abbraccio caldo. Luce bianca, splendente, accecò i suoi occhi spalancati. Oscurò tutti i suoi sensi, cancellandoli. Lasciandolo smarrito in un mare di luce.
~ Di colpo era lì, di guardia. Davanti alla porta dello studio del Signore dei Massacri. La notte, nei piani più alti di Cinque Torri, la fortezza Von Kramer, vigeva silenzio assoluto. Specialmente quando Andrea era al lavoro. Quella particolare notte, tuttavia, il silenzio era stato interrotto dal rumore di un vetro infranto. Kroll e il suo collega di guardia, un nano di nome Dorutek, si erano lanciati dentro la stanza, temendo un attacco nemico. Un istante dopo, Dorutek era già in fiamme, mentre Kroll si ritrovava scaraventato a terra da un orco grosso quasi quanto lui. Nella stanza vi erano altre quattro persone - di cui una almeno dotata di potere magico necessario a incenerire un nano in un istante. Quel che ancora peggio, non vi era nessuna traccia del Signore dei Massacri. Mentre usava tutto il fiato nei suoi polmoni per dare l'allarme, un pensiero l'aveva attraversato. Quel bastardo dev'essere sgattaiolato fuori ancora una volta per meditare nel parco... Per fortuna che non è qui... L'idea l'aveva fatto sorridere. Gli aveva dato la forza per lottare per la sua vita. E, alla fine, era sopravvissuto. Non che, al momento di svenire per un colpo alla testa infertogli dall'orco, potesse saperlo.
Ricordava quella notte, la notte in cui Dorutek era morto. Gli assassini inviati da un regno che la Von Kramer stava cercando di soggiogare. Le guardie accorse, il combattimento che per poco non aveva distrutto la Torre del Dolore. L'arrivo provvidenziale di Sean Fein, che aveva risolto la situazione togliendo di mezzo il mago avversario. Andrea che si faceva vivo il mattino seguente, asserendo candidamente che era sicuro che ce l'avremmo fatta anche senza di lui. E l'aveva fatto sorridendo fiducioso, il dannato bastardo.
Il sole lo accecava, quindi Kroll aveva chiuso gli occhi, lasciando che il tepore lo scaldasse. Il suo respiro formava una leggera nube di condensa nell'aria gelata di quel mattino invernale. Respirava a fondo, sperando così di placare il nervosismo. Sentiva la folla rumoreggiare nella piazza antistante. Poteva percepire gli sguardi fissi su di lui e sugli altri soldati in attesa, sull'attenti. Poi era venuta la voce, calma, controllata, e per Kroll era come se fosse sceso il silenzio. Era autorevole, udibile a dispetto del clamore. Chiara e squillante, abituata a farsi sentire sui campi di battaglia. «...Rislinfel è promosso Capitano degli Esploratori Neri, con Tenhir come suo sergente - buona fortuna, ragazzi; Kilna sarà il nuovo Sergente istruttore - mi raccomando, non strapazzare troppo le reclute; infine Kroll sarà il nuovo Capitano della mia guardia personale. Riposo, signori!» La folla aveva applaudito, e Kroll aveva sentito la paura abbandonarlo, le membra farsi stanche e pesanti. Capitano della Guardia del Signore dei Massacri... L'incarico più difficile per un soldato Von Kramer. E non tanto perché d'ora in avanti la responsabilità della sopravvivenza del generale sarebbe ricaduta su di lui... Quanto perché Andrea aveva fama di curarsene poco, della sua sicurezza, e di essere parecchio avventato. Eppure, Kroll non avrebbe cambiato il suo lavoro con nessun altro. Aveva chiesto lui stesso di essere preso in considerazione per quel ruolo. Ora che l'aveva ottenuto, il calo di tensione era tale da fargli venire un capogiro.
L'ultima volta che si era trovato a Cinque Torri, quando l'esercito della Von Kramer si apprestava a marciare verso Arianrhod per scampare ai Nuovi Figli, Kroll era rimasto indietro, si era attardato in quella stessa piazza. Aveva osservato con sguardo triste il palco di legno e il selciato deserto, ripensando al giorno in cui era stato promosso. Capitano della Guardia personale del Signore dei Massacri... Si era illuso che sarebbe stato all'altezza - e lo era stato, per un periodo. Eppure adesso era lì: la Casata allo sbando, in fuga, e nessuna traccia dell'uomo che aveva giurato di proteggere. Andrea era scomparso, svanito nel nulla. Ogni tanto accadeva, eppure proprio adesso, con l'avvento dei Nuovi Figli. Non voleva andarsene, Kroll, voleva rimanere, cercare Andrea, combattere. Si era deciso solo quando Sean era venuto a chiamarlo. Quando gli aveva fatto presente che il Signore dei Massacri sarebbe tornato, e avrebbe avuto bisogno di lui per riconquistare Cinque Torri. Ancor oggi, Kroll credeva, e fermamente, che tale momento sarebbe arrivato.
Il battere ritmico dei tamburi era assordante. Ogni battito lo spingeva a serrare le palpebre, riflesso involontario contro i rumori improvvisi. Eppure le urla dell'esercito si sentivano chiaramente al di sopra del frastuono. Anche Kroll stava urlando, si era reso conto d'improvviso. E ne aveva ben donde: l'armata nemica era ormai a pochi metri. Carica frontale su un campo di battaglia piano. Niente salamelecchi, niente schermaglie, niente formazioni complicate. Battaglia campale, assalto diretto, l'ultimo in piedi ha vinto. Non sapeva perché il Signore dei Massacri avesse optato per questa strategia. Kroll era solo un soldato come tanti, il generale non si sarebbe degnato di rispondergli. Poteva solo caricare, agitare il martello da guerra e sperare che l'armatura lo aiutasse a sopravvivere. Una delle truppe d'élite dell'altro schieramento era composta da orchi armati di asce pesanti. Avrò bisogno di parecchia fortuna per scampare a questa battaglia, si era detto. Non si era tirato indietro, però. Doveva combattere, fare il suo dovere per gli Esuli. Una potente sferzata del martello aveva scaraventato il soldato nemico lontano qualche metro, il pettorale esploso per la forza del colpo. Senza guardarsi indietro, Kroll aveva proseguito nella carica. Poi, una forma scura l'aveva superato. Un individuo alto, magro, estremamente agile, avvolto in un mantello verdastro. Il generale! Ma che diamine ci fa in prima linea? si era chiesto. L'uomo - sempre che di un uomo si trattasse - pareva inarrestabile. Pareva inarrestabile, fendeva lo schieramento di soldati ostili come fossero pupazzi. Al suo passaggio, cadevano al suolo inerti, come marionette cui avessero tagliato i fili. Mirava dritto al centro dello schieramento nemico, dove si sarebbe trovato il generale avversario. Con un grugnito di comprensione, Kroll l'aveva seguito.
La prima battaglia di Andrea in qualità di Signore dei Massacri si era conclusa in una vittoria schiacciante. Kroll era lì, quando Andrea aveva reciso di netto la testa di Lord Pandter, mandando in rotta l'esercito nemico. Ricordava con chiarezza il movimento con cui Andrea aveva ripulito la sciabola prima di rinfoderarla. L'atteggiamento rilassato con il quale si era seduto in terra, a gambe incrociate, in attesa che gli ufficiali Von Kramer lo raggiungessero. In quel momento aveva deciso che un individuo così, lui l'avrebbe seguito per tutta la vita.
La luce accecante del portale che si apriva l'aveva costretto a ripararsi il volto con la mano. Era fatta, non restava che varcare quella soglia, lasciarsi alle spalle le rovine del mondo in cui era nato, su cui era cresciuto. Le montagne che erano state la sua casa, la tribù che era stata la sua famiglia, erano ormai stati inghiottiti dal Nulla. Distrutti dalla Falce, la loro stessa esistenza troncata, recisa di netto. Neanche i grandi maghi della Fratellanza potevano fare qualcosa per salvarli, ormai. Figuriamoci un giovane Troll, capace solo a menare le mani. Non riusciva a trattenere le lacrime, mentre si attardava davanti al portale. Si sentiva un codardo, eppure sapeva di non avere scelta. Infine, si era avviato, tra gli ultimi, sospirando rassegnato. Era stato allora che l'aveva visto. Gli dava le spalle, quindi ne aveva scorto per primi i capelli castani, portati lunghi e sciolti sulle spalle larghe, allenate. Quando si era voltato a guardare il portale, aveva rivelato un volto fino, elegante, dai lineamenti sottili. E larghi occhi castani colmi di lacrime e dolore. Anziché entrare nel portale, tuttavia, varcare la soglia, mettersi in salvo, aveva scrollato il capo. Aveva affrontato le tenebre. Caricando a testa bassa la Falce e il Nulla che portava con sé. Gettandosi a capofitto in un ultimo, vano tentativo di salvare il mondo. Tremando, Kroll aveva scosso il capo. Non poteva seguirlo, e lo sapeva. Quell'uomo doveva essere un pazzo. Affrontare la Falce? Sarebbe stata morte certa. Meglio lasciarsi trasportare dal portale sul nuovo mondo che attendeva gli Esuli.
Quando Andrea aveva fatto la sua apparizione su Celentir, Kroll non era riuscito a crederci. Non sapeva come si fosse salvato, ma era certo che il portale per il nuovo mondo si fosse chiuso alle sue spalle, lasciandolo indietro. Abbandonato e dimenticato - solo con la Falce e la Fratellanza morente. Eppure Andrea era qui. Sopravvissuto, miracolosamente. Vorrei aver avuto il suo coraggio, aveva pensato Kroll.
~ Queste e altre scene gli passarono davanti agli occhi in un istante. Infiniti pomeriggi passati ad allenarsi, combattendo l'uno contro l'altro. Innumerevoli riunioni con Sean, Valiant, Syrio, talvolta perfino Gulnar stesso, per decidere i destini della Von Kramer. Serate trascorse a bere, parlare della Fratellanza, delle montagne, dei boschi, della natura che lui chiamava Madre. La preoccupazione costante ogni volta che Andrea svaniva nel nulla, impegnato in chissà quale missione che si era affibbiato da solo. La gioia nel vederlo tornare, stanco ma soddisfatto, raramente ferito, sempre con nuove storie da raccontare. Sarebbe successo ancora, ne era sicuro. Nulla poteva ucciderlo. Era il Signore dei Massacri, in fondo. Era Andrea. Era suo amico.
|