Narrato
"Messaggi di sistema e Comandi (Pensato)"- Parlato da Dalia -
Dalia non è un droide guerrafondaio. A lei non piace il conflitto. Lei, è semplicemente affascinata da ciò che è vivo, non trae alcun piacere particolare dal combattere.
Del resto lei è un costrutto. Combattere aggiunge esperienza al database, migliora la velocità di calcolo di alcune variabili, ma non altera la sua programmazione. Nel complesso, non la rende "migliore". Non prova lo stesso desiderio di un artista marziale, felice di poter commutare l'esperienza di un duello in un miglioramento personale.
Lei ha solo a cuore la vita organica.
Per questo ha richiamato al senno del biondo. Gli ha reso noto di cessare le ostilità e lo ha minaccia per scoraggiare ulteriori azioni aggressive.
Tanto doveva bastare. L'unico risultato logico era la resa. La pace è giusta, la guerra è infondata. Quella logica è innegabile.
Quindi... perché?
Quello di Ener... è un fulmine a ciel sereno. In più o meno tutti i sensi - tranne quello letterale, visto che c'era già un po' di maltempo.
La Droide non si aspettava un'azione del genere.
Se non fosse stata una macchina, probabilmente sarebbe perita qualche istante dopo aver alzato il capo.
Da quello che fino ad ora aveva considerato "un tizio un po' strambo e troppo espressivo" si è effettivamente innalzato un fulmine.
Lei ha sollevato gli occhi al cielo seguendo con interesse e stupore il curioso formarsi del piccolo nembo e prima che il suo corpo potesse decidere come reagire è stata la mente a risvegliare i suoi sensi.
"Pericolo! Rilevato accumulo di energia - livello minaccia: mortale."- Porca... -"Filtro volgarità: attivato"- ... Perdincibacco -Con la prontezza
mentale che può appartenere uniciamente ad un sintetico la droide scansiona rapidamente l'ambiente circostante giungendo alla conclusione che l'azione più logica da intraprendere per proteggere tutti i presenti - comprese quelle creature bronzee ed incoscienti che avevan messo il profitto davanti alla propria vita - fosse quella di non sottrarsi al fulmine. Gli esseri metallici, altrimenti, avrebbero potuto attirare il fulmine in divenire, e finirne divorati. Coinvolgendo qualsiasi folle si fosse lasciato tentare da...
popcorn...?
Sul serio...? Ne avesse avuto il tempo, avrebbe espresso sdegno.
Per impedirlo, Dalia fu costretta a sollevare il braccio sinistro e puntare il cielo con l'indice, trasformandosi in una sorta di parafulmine
vivente.
Di certo però non è il desiderio ad andarsene con il botto a muovere la sua mano e i suoi protocolli.
"Caricamento routine Fortress.
Caricamento 100%.
Attivazione generatori_
Richiesta riallocazione esoscheletro."Grazie alle sue funzioni difensive la droide ha ricoperto il polimero che rappresenta la sua pelle con uno strato metallico sufficientemente spesso, mentre un campo magnetico di disturbo si occupa di deviare e ridirigere alla meglio parte della potenza del fulmine.
E' stato comunque un bell'impatto. Quando la colonna di luce ha divorato l'esile figura di Dalia lo schianto poderoso del tuono, oltre che frastornante, è stato in grado di far evaporare buona parte della pioggia circostante, generando una nube di vapore e spazzandola via simultaneamente - molto scenografico, in effetti.
E mentre la nube di vapore e polvere si diradava e la luce inizia finalmente ad attenuarsi, l'ombra della droide dal braccio levato torna visibile.
Ferma, immobile, sembrerebbe addirittura priva di vita. Se non per la sinistra luce rossa che brilla nei suoi occhi cibernetici.
Anche quando il vapore finalmente ha smesso di levarsi dal suo corpo, il sinistro ronzare della corrente elettrica che l'attraversa, un rumore sgradevole per i comuni organici, permane insistentemente.
Chi sa per quanto tempo Ener sarebbe rimasto soddisfatto di sé. Convinto di aver centrato il suo bersaglio. Di averlo ridotto ad un rottame.
Ad un certo punto però, sicuramente si sarebbe accorto che nell'aria non c'era puzza di bruciato; e che quel sinistro ronzio non ha alcuna intenzione di attenuarsi, anche se il Dio del Tuono ha smesso di trasmettere corrente.
Presto o tardi, avrebbe dovuto per forza intuire che quel rumore non è naturale, che qualcosa da qualche parte è andata storta. Infatti si tratta del cuore pulsante di un Droide che per una volta ha intenzione di ricambiarlo.
Di fare sul serio.
All'interno di quegli occhi lucenti gli otturatori si stanno regolando, mentre reticoli virtuali individuavano bersaglio e dettagli circostanti, mentre un simulatore fornisce una vaga idea a Dalia di cosa sarebbe dovuto accadere di lì a breve.
Il principio più basilare che permea qualsiasi essere vivente è l'autoconservazione. L'istinto di sopravvivenza. Persino la vita sintetica possiede un simile istinto. E proprio questo istinto sta guidando il costrutto. Gli sta suggerendo di insegnare a questo stronzo come si dice FOTTITI in linguaggio macchina.
Ma da una parte c'è la vita e dall'altra c'è la vita intelligente.
Conseguenze, conseguenze, conseguenze. A Dalia piace, Estel. E vuole conoscerla ancora. Meglio. Di più.
Non vuole danneggiarla. E non vuole che gli organici locali considerassero pericolosi i sintetici.
Per questo anziché incrementare e incrementare, il ronzare svanisce all'improvviso. Nei suoi occhi si spegne la brama di sangue come se non fosse mai esistita. E quello che è solo uno strato di nanomacchine adagiato sulla parte superiore del suo corpo si va a crepare e cade, rivelando la vera Dalia sottostante.
Forse, se avesse avuto le ghiandole lacrimali, avrebbe pianto. Per colpa di Ener numerosi dei suoi minuscoli compagni sono "morti". Fusi l'uno con l'altro, con il loro cervellino meccanico strafritto. Quelli che alla folla potevano sembrare frammenti metallici caduti in terra sono per Dalia un cimitero infinito dove i suoi piccoli amici avrebbero riposato per l'eternità a venire.
Per questo sollevò gli occhietti esterrefatti verso quel sedicente Dio.
- Ma sei scemo?! -Gli quindi a chiedere infuriata. Quel rincretinito totale ha rischiato di far del male ad un sacco di organici. Ed anche a lei, per altro.
Come poteva l'umanità comprendere un simile apocalittico imbecille non fa a meno di domandarsi. Lo sguardo della droide si muove tutt'attorno, soffermandosi in fine sui propri piedi.
"Errore 404: Pantofola non trovata."E mò? Cosa gli può tirare in testa adesso? Non le sovviene un'altra reazione tipica di quella che gli organici definiscono "madre". Cerca un po' nel database, e le viene un'idea.
"Ti stacco le braccia e ti ci prendo a schiaffi."Lo ha sentito dire a un tizio molto tempo fa; e le sembra un'ottima idea. Per questo dopo aver guardato quel cretino molto molto male, si va letteralmente a staccare un avambraccio. E glielo tira appresso.
Un magnifico lancio ad arco, che avrebbe visto l'arto meccanico atterrare più o meno ai suoi piedi.
SE Dalia non fosse stata un droide squisitamente progettato.
Ma lei lo è, ed è ben intenzionata a mostrarlo.
Per questo, dopo che l'avambraccio ha fatto sì e no tre quarti del suo volo, il motore a reazione presente nella giuntura comincia a dare segni di vita, si accende, si attiva. La mano, ora chiusa a pugno cerca il suo bersaglio e ci si fionda con tutta la sua violenza manesca.
"Esecuzione P_N_M.exe"Un fottuto pugno a motore che si lancia in direzione della guancia sinistra del biondo che sapeva di chi essere figlio lui, prima di tornare dalla sua proprietaria e riagganciarsi normalmente all'articolazione.
Gli piacciono così tanto i fulmini? Bene, lei gli avrebbe dato un'altra lezione sul cielo. Oggi avrebbe scoperto come sono fatte le stelle altroché.
- Possa questa punizione redimerti... -"=> Disattivare filtro volgarità.
Filtro Volgarità: Disattivato."- ...pirla. -La lezione è finita, andate in pace...?